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Matrimonio Pamela Prati e Mark Caltagirone, gli addetti ai lavori raccontano i dettagli: “Avevano solo fretta e non ci hanno pagato”

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Come vi ho anticipato ormai da circa due settimane, il matrimonio fra Pamela Prati e Mark Caltagirone - nonostante in tv parlassero di Umbria - si sarebbe dovuto tenere a Prato, in Toscana, in una storica villa restaurata. Una location esclusiva che Pamela ha intravisto una sola volta, prima di annullare tutto.

Gabriele Parpiglia, che ha curato il caso per il settimanale Chi, ha incontrato gli addetti ai lavori che hanno saputo dell'annullamento lo scorso sabato, quando anche io lo annunciai pubblicamente (ricevendo però una smentita dalla stessa Prati).

Marzia Rosati, proprietaria della Villa Pazzi al Parugiano, ha raccontato il suo incontro con Pamela Prati ed Eliana Michelazzo.

«Ero con mio marito. Ricordo tutto con precisione. Quel weekend volevamo andare a Forte dei Marmi. Poi mia figlia Azzurra, che era in Cina, mi ha chiamato per dirmi che sarebbe arrivata un’ospite importante. L’ospite, insieme con la wedding planner Consuelo Di Figlia che ha fatto da ponte e la sua agente, si è presentata da noi intorno alle 20. Era Pamela Prati. Chi parlava, però, era sempre la sua agente, che poi ho riconosciuto guardando la tv: Eliana Michelazzo. È stata lei a chiedermi di recintare la struttura perché Pamela aveva fretta di sposarsi e ci sarebbero state le telecamere. Io invece rispondevo: ma quanti ospiti sarete? Quante stanze vi servono? Insomma, chiedevo banalmente che cosa servisse per il matrimonio.

Le risposte erano vaghe. Eliana mi diceva che ci sarebbero state un centinaio di persone, Pamela invece 50. La storia non combaciava. E ancora: prenotano solo tre stanze. Una per Pamela da occupare la notte precedente alle nozze, una per lo sposo che non è mai stato citato, una per Eliana e suo marito. Stop. A loro non interessava nemmeno vedere il posto. Avevano solo fretta. La Prati? Mi è sembrata una bambina. Dal suo cellulare mi ha mostrato l’abito da sposa. Non saprei cosa dire. Di certo c’è che nessuno ci ha pagato.

Col passare dei giorni abbiamo lavorato per rendere la struttura idonea alle nozze (come documentato dalle foto di “Chi”, ndr). Poi, guardando la tv e leggendo i giornali, abbiamo sentito puzza di bruciato. Pamela, con la sua squadra, l’ho vista solo quella sera. Chi ha intrattenuto i rapporti con noi è stata Consuelo, la wedding planner. Fino a quando a mia figlia è stato comunicato, sabato 4 maggio, che le nozze erano state rinviate. Noi oggi non vogliamo nessun soldo da questi signori. Un matrimonio così: mai visto in anni e anni di lavoro! Siamo brava gente e lavoratori onesti. Meglio rimanerne fuori a costo di rimetterci. E pensare che stavo facendo rientrare mia figlia dalla Cina per queste nozze. Abbiamo almeno risparmiato i soldi del biglietto. Che brutta storia...».

Anche l'incaricata all'allestimento floreale, Elena Mazzetti, ha parlato:

«Io sono stata convocata per tutti gli allestimenti floreali. Purtroppo non c’è nessun contratto scritto con Pamela o Eliana. Il mio contatto è sempre stata la wedding planner Consuelo Di Figlia, una persona seria secondo me: lei ha coordinato tutto e mi ha commissionato tutto. So che in questo momento sta molto male per la situazione,  anche perché noi abbiamo lavorato. Ed è un lavoro saltato che definisco 'grosso'.

Ho saputo che il matrimonio era stato annullato sabato 4 maggio nel primo pomeriggio. Adesso non so più che cosa dire. Preferisco prendere tempo. La situazione è assurda. Io ho visto Pamela ed Eliana una volta. Poi lo scambio di mail e messaggi l’ho avuto con la wedding planner. Davvero, è una storia che fa spavento. So che Consuelo Di Figlia in questo momento è nel panico. Non voglio difendere nessuno, ma è una brutta situazione. Bisogna uscirne fuori, perché noi siamo lavoratori seri e con questa storia così ingarbugliata non c’entriamo proprio niente».

Ha parlato anche Andrea Guarnieri, che ha realizzato l'abito da sposa:

«Il lavoro da parte della signora Pamela Prati e della sua agente Eliana Michelazzo mi è stato commissionato a fine febbraio. Lei, Pamela, è stata sempre entusiasta. Chiariamo: ha fatto la copertina di un settimanale con un mio abito e non con quello ufficiale (avrà commissionato l’abito soltanto per realizzare  il servizio fotografico, ndr?). Mi ha chiesto anche delle modifiche da fare al vestito a suo piacimento. Il costo? Non lo dico, ma non è una prima linea, diciamo, non lo è assolutamente. A differenza degli altri, però, io i soldi li ho presi perché altrimenti non avrei mosso un dito e Pamela, ripeto, sembrava felice durante le due, tre prove che ha fatto. Oggi che è arrivata la disdetta delle nozze, l’abito è in magazzino.

Me lo ha comunicato la stessa Pamela Prati al telefono. Mi ha detto: “Volevo dirtelo io perché mi sembrava giusto. Il matrimonio è rinviato”. Io le ho risposto che mi dispiaceva e che avevo bisogno di conoscere la nuova data perché, nel caso passasse troppo tempo, bisogna fare degli accorgimenti dal punto di vista sartoriale. Mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere. Vedremo. L’abito è qui, fermo. Io, comunque, i soldi li ho presi».

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