Le corna stanno bene su tutto (ma io stavo meglio senza) è il libro di debutto di Giulia De Lellis, ma come si può leggere dalla copertina l'opera non è stata scritta a due mani dalla vulcanologa (che ha candidamente ammesso di non aver mai letto un libro), bensì è stata co-scritta da Stella Pulpo, scrittrice pugliese nota ai più per essere la blogger Memorie Di Una Vagina.
Il libro, scritto a quattro mani da Giulia e Stella, è già balzato al primo posto dei pre-order di Amazon e su Facebook la scrittrice ha spiegato quali sono stati i motivi che l'hanno spinta ad accettare di scrivere un libro insieme all'ex gieffina.
"Quando mi hanno proposto di scrivere un libro con Giulia De Lellis, ho pensato che il destino mi stesse mandando un messaggio, e che quel messaggio fosse chiaro: cambia lavoro, datti all’ippica, fai altro. Poi, però, il libro con Giulia l’ho scritto, e uscirà a settembre. L’annuncio è stato dato qualche giorno fa su Instagram e da allora ho ricevuto un pacco di messaggi di incredulità, biasimo, stupore, curiosità, frenesia e delusione. Capisco lo shock, inizialmente l’ho provato anche io, ma voglio spiegarvi perché ho accettato. Prima di dare un responso, ho incontrato Giulia di persona. Volevo capire se ci saremmo portate istintivamente sulle palle (cosa che mi capita spessissimo) o se saremmo riuscite a trovare la giusta dose di empatia, necessaria per sedersi e raccontare, scrivere e scavare. Giulia ha iniziato a parlare come un fiume in piena dalla prima volta che ci siamo viste e mi è parso che, in fondo, il mio know-how in fatto di relazioni, di amore, di tradimenti potesse esserle umanamente utile. Durante le lunghissime ore di conversazione, che a volte parevano sedute di terapia, ci sono state risate, riflessioni, sigarette e lacrime. Sorprendentemente, ho scoperto che Giulia è simpatica, autoironica, alla mano, schietta, coraggiosa e pure, francamente, tenera. Cercava qualcuno che l’aiutasse a raccontare una storia, e raccontare storie è il mio mestiere".
Stella Pulpo ha poi continuato:
"Giulia ha 10 anni meno di me, appartiene a un mondo profondamente distante dal mio e parla a donne molto più giovani di quelle a cui generalmente arrivo io. Alla mia coscienza femminista è sembrata una buona opportunità, raggiungere un pubblico più giovane, veicolando messaggi che considero positivi, di autodeterminazione, onestà, umanità e libertà individuale (poi ognuno nei testi ci legge quello che vuole, purché li legga, ma questo è un altro discorso). Da un lato, relazionarmi con Giulia è stato umanamente formativo: mi ha portata fuori dalla mia comfort zone, mi ha insegnato a instaurare una comunicazione aperta con una donna totalmente diversa da me, a superare i pregiudizi, a dialogare anche con chi non ha praticamente mai letto un libro (neppure il mio, che le ho regalato, e quando mi ha detto “Lo leggo”, le ho risposto “Non ci credo, manco se m’ammazzi”). A capire, più in generale, che lo snobismo intellettuale non ti rende più intelligente, anzi. In termini professionali, invece, è stata un’esperienza nuova e stimolante, perché non avevo mai scritto così: a quattro mani, la storia di qualcuno che non fossi io, cercando il punto di equilibrio tra la mia cifra e quella di un’altra persona. È un processo creativo diverso, con le sue difficoltà specifiche e con la sua dignità. Se per via di questo libro, qualcuno dovesse perdere la stima nei miei confronti, mi spiace ma me ne farò una ragione. Alla veneranda età di 33 anni, con una gavetta di 20 anni alle spalle (il primo concorso l’ho vinto a 13, modestamente), mi considero una professionista che dimostra il suo valore anche accettando sfide apparentemente impossibili, come questa".
Ha accettato per una sfida personale. Ed io che credevo lo avesse fatto esclusivamente per:
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